CHE COS’E’ L’INSEGNAMENTO?

A cosa pensiamo quando pronunciamo la parola insegnamento? Quanto è importante il processo che si attiva e quali trasformazioni porta con lui?

L’ “insegnamento” è uno spazio e un ambiente ben organizzato, intenzionale e stimolante,  è relazione con l’altro, è riconoscerne pregi e limiti.

Per fare TUTTO questo occorre al bambino un adulto empatico e competente, un adulto presente, che sappia e riesca a sostenere TUTTO questo, un adulto che non si sostituisca al bambino , che lo accompagni, ma non lo sovrasti, che sappia rispettare i tempi e le modalità di apprendimento del bambino stesso,  che non lo sovraccarichi con stimoli eccessivi,  che sappia rispettare i tempi interiori del bambino e lo sviluppo del suo cervello,  che sappia aiutarlo nel suo processo di apprendimento,  ma non forzarlo.

Il bambino con l’aumentare dell’età diventa maggiormente consapevole della realtà che lo circonda, ciò che apprende è molto legato a ciò che trova nell’ambiente, alle regole implicite e esplicite dell’ambiente stesso, alle relazioni con l’altro; diventa, perciò,  più conscio del mondo culturale in cui vive. Sin dalla nascita il suo cervello è adeguato e in grado per svolgere questo compito di riconoscimento e adeguamento della realtà. 

Nel processo naturale di apprendimento ci stanno tutte le esperienze “dirette” del bambino,  quelle che vive e sperimenta con i sensi, con il continuo esercizio, lavoro e con la continua sperimentazione.

Importante è,  perciò,  rispettare il processo naturale di apprendimento,  senza forzature inutili, rispettando le conoscenze e capacità del bambino in quel preciso momento,  sarà il bambino stesso, a procedere in un continuo e graduale apprendimento,  secondo i suoi tempi e i suoi ritmi : la libertà di scelta, sostenuta dall’adulto, porterà il bambino al successivo livello di conoscenza.

LEGGENDO QUESTE PAROLE, E’ EVIDENTE COME IL RUOLO DELL’INSEGNANTE SIA COMPLESSO, MA ESTREMAMENTE FONDAMENTALE PER LA CRESCITA DEI BAMBINI E DEI RAGAZZI.

Indubbio che tutto questo vada sostenuto e riconosciuto dall’adulto che si relaziona con il bambino,  soprattutto dall’adulto affettivamente più rappresentativo e coerente.

Non sempre gli adulti riescono a soddisfare il bisogno di coerenza estrema dei bambini, ma possiamo fare del nostro meglio, evitando di farci travolgere dal senso di inadeguatezza e colpevolizzazione.  Puntiamo ad obiettivi realistici e soprattutto raggiungibili; faremo comunque degli errori, questa consapevolezza ci porterà però a ritornare sui nostri passi e a trovare strategie migliori. Sappiamo inoltre  quanto i bambini siano estremamente generosi e sempre  disponibili al perdono anche quando noi adulti siamo in difetto nei loro confronti. 

L’atteggiamento,   che  comunque dovremmo sforzarci come adulti a  tenere il più possibile presente nella nostra relazione con il bambino è quello della modestia, non possiamo approcciare un bambino con la presunzione di sapere e conoscere tutto, essere detentori di un sapere immodificabile che, purtroppo,  ci porterebbe ad avere un atteggiamento giudicante e pregiudiziale verso il bambino prima e il ragazzo poi.

 

Daniela e Miriam

Miriam
miriam.cesari@casadellascolto.it